Programmare l'arte

by Arduino

17/12/12



Olivetti e le neoavanguardie cinetiche

Sembrano parole in “bianco e nero” quelle che si leggono nel titolo di questa mostra, aperta fino al 3 marzo 2013 presso il Museo del Novecento a Milano, eppure è impossibile dimenticare cosa ha rappresentato l'Olivetti negli anni '50 - '70: un'eccellenza del “made in Italy”, dove design, sperimentazione, produzione e sociologia si univano per offrire il meglio in termini di qualità e stile di vita.
Programmare l'arte ripropone l'esposizione curata da Bruno Munari nel 1962 nei negozi Olivetti di Milano e Venezia.
Quella presentata è una selezione di opere di artisti “tout court” come quelle del Gruppo T (Anceschi, Boriani, Colombo, De Vecchi, Varisco), del Gruppo N (Biasi, Chiggio, Costa, Landi, Massironi), oltre a Munari, Mari e Alviani.
Sensibilità diverse che sperimentaronoin quegli anni nuove tecniche per produrre suggestivi effetti cinetici, generati dal movimento fisico delle opere o da effetti ottici.
Utilizzando motori meccanici o fenomeni fisiologici, quindi scientifici e prevedibili, nell'arte cinetica si arriva ad un risultato visivo in continua mutazione.
Inoltre è possibile assistere al cortometraggio prodotto dalla Olivetti nella prima mostra del 1962, un documentario su Elea 9000, primo computer main frame prodotto da Olivetti, accompagnato dalle musiche di Luciano Berio...praticamente, avanguardia allo stato puro, altro che “documentario”!