Here, There or UK

by Valentina

14/04/11



Ieri abbiamo avuto la fortuna di partecipare alla conferenza tenutasi presso l'Isia di Urbino sul design editoriale inglese, organizzata da Leonardo Sonnoli e presieduta da due ospiti d'eccezione: Tony Brook & Adrian Shaughnessy.

Il primo è un personaggio tranquillo, pacato e dalla battuta facile, con in testa moduli su moduli (che siano essi minimal o barocchi), il secondo è autorevole e ha l'aria di saperla lunga (tant'è che ha scritto il libro How to be a graphic designer without losing your soul).
Mentre parlavano una delle due cose che mi è rimasta più impressa, è la leggerezza (almeno apparente) con cui entrambi si approcciano al design (la leggerezza quella buona di Italo Calvino, non la poca ponderazione).
Insomma, il gioco e la sperimentazione come metodo e non come risultato.

L'altra è il contesto nel quale si opera.
Il luogo in cui nasci, le esperienze che vivi, il clima culturale, i modi di fare e gli atteggiamenti di un popolo (qui si parla di popolo in riferimento ai signori d'oltremanica) condizionano e influenzano la maniera di progettare e inevitabilmente anche il messaggio viene decodificato secondo canoni diversi.
Ecco allora che non si può più parlare di giusto o sbagliato stando dall'altra parte dell'oceano (o continente o qualunquecosasia) e non vivendo il contesto al quale è destinato il progetto.
Internet non basta. Questo è quello che Shaugnessy continuava a ripetere.

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Piccola curiosità: se non li conoscete questi sono i 10 (ora ampliati a 15) Paradossi del Graphic Designer organizzati da Shaugnessy (sono talmente semplici che non ve li traduco nemmeno!).
Sono 10 punti spinosi, che ci irritano e che non vorremo sentir dire, perchè sono veri appunto.

01: There’s no such thing as bad clients: only bad designers.
02: The best way to learn how to become a better graphic designer is to become a client.
03: If we want to educate our clients about design, we must first educate ourselves about our clients.
04: If we want to make money as a graphic designer, we must concentrate on the work — not the money.
05: For designers, verbal skills are as important as visual skills.
06: Ideas usually fail not because they're bad ideas, but because they're badly presented.
07: “I’m a professional: I know best.”
(The only designers who use this argument are unprofessional designers)
08: “All the good jobs go to other designers.”
(Not true: in fact, nearly all jobs start off as neither good nor bad)
09: The best way to run a studio is to be domineering and forceful.
(In fact, the opposite is true.)
10: If we believe in nothing, we shouldn’t wonder why no one believes in us.


Il mio preferito è questo qui.


(illustrazione di Tobias Bergdahl).

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Ultimissima nota: uno dei link più stimolanti (!) Graphic Design On The Radio.